Sfiorata la tragedia sull’A3. La caduta di un grosso masso, precipitato qualche giorno fa, sulla corsia di sorpasso della carreggiata nord dell’Autostrada Salerno-Reggio Calabria, nei pressi di Scilla ha creato il caos nel sistema viario calabrese e reggino in particolare, con lunghe deviazioni, percorsi alternativi per Tir ed autovetture in transito quotidianamente, la gran parte dei quali diretti in Sicilia.
La chiusura della A3, al di là delle condizioni precarie in cui versa gran parte del territorio regionale, dimostra l’assoluta instabilità del sistema viario calabrese che, in provincia di Reggio, non offre adeguate alternative alla stessa A3, da tempo in fase di ammodernamento.
Le alternative previste sono la SS18 tirrena, assolutamente insufficiente ad assorbire la gran mole di traffico dell’autostrada e la nota SS106, strada di straordinaria importanza per i collegamenti regionali e nazionali lungo il versante ionico, con l’effetto di rendere ancora più pericoloso un percorso già tristemente famoso per essere quello “della morte”, rallentandone la sua percorribilità e creando preoccupazione e disagi ai cittadini.
La riapertura di tale tratto non potrà avvenire prima di 3-4 settimane, a causa della necessità di lavori di messa in sicurezza dell’area del costone roccioso dal quale si è staccato il blocco.
Nella stessa zona del distacco si trovano numerosi altri blocchi, di analoghe dimensioni, in condizioni di precaria stabilità. Questo significa che la viabilità sarà estremamente difficoltosa e le deviazioni lunghe e pericolose.
Occorre un intervento immediato da parte delle istituzioni in questa terra ormai dimenticata da tutti, proposte legislative a favore del Sud da parte di entrambi gli schieramenti ma soprattutto è necessaria una “rivoluzione coraggiosa e propositiva” da parte del popolo meridionale, che deve abituarsi alla risoluzione delle problematiche inerenti la propria regione e non solamente lamentandosi a scoppio ritardato e senza essere capace di fare nulla!
Ma dove sono finiti i movimenti elettorali che, svegliandosi ad ogni imminente consultazione, affermano che se i cittadini voteranno per loro, le cose cambieranno radicalmente, salvo poi sparire completamente dalla circolazione il giorno dopo le elezioni?

di Daniela Callea e Domenico Zappavigna,  Ardore (RC)